Passa ai contenuti principali

Perché Stamina?








Tv, giornali, web: tutti ne parlano, ma nessuno fa chiarezza. Stamina: ecco le buone basi per comprendere il caso


Sono ormai alcuni mesi che vediamo servizi al telegiornale, articoli sui giornali, post sui blog, tweet su twitter riguardo al metodo Stamina e a Davide Vannoni. Ho assistito a ogni genere di discussione a questo proposito e penso che fare un po’ di chiarezza su cosa sia successo e sul perché sia successo sia necessario e forse anche doveroso. Penso soprattutto che sia ancora più evidente la necessità di fare della vera informazione scientifica, che è più il mio campo. Si sappia quindi che non sto parlando ai cuori e alle pance, bensì unicamente ai cervelli.
Innanzitutto vi presento le cellule staminali: sono cellule che, quando si dividono, hanno la possibilità di generare cellule figlie diverse da sé (chiamate differenziate), le quali, per la maggior parte, avranno la possibilità di moltiplicarsi ulteriormente ma senza generare cellule diverse e ovviamente svolgeranno tutte delle funzioni specifiche. Ovviamente questo percorso è un po’ più complesso, ma l’importante è rendere l’idea. Le staminali stesse però si distinguono in diverse categorie: una cosa è parlare di una cellula staminale di un embrione nella prima settimana (lo zigote in primis), che da sola ha la potenzialità di generare un intero organismo umano, altra cosa è parlare, ad esempio, della cellula staminale emopoietica, che ha la potenzialità di generare tutte le cellule del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) e alcune altre tipologie cellulari.
Il vantaggio nella medicina rigenerativa e nella cura di malattie degenerative di qualsiasi tipo è quindi evidente: una staminale può potenzialmente rigenerare un tessuto o un organo. Questa scoperta aveva fatto andare in brodo di giuggiole il mondo scientifico, il quale si è ovviamente scontrato con la realtà delle cose: la natura è poco incline a essere così manipolata e la quantità di insuccessi è stata notevole. Nonostante ciò medici, biotecnologi e compagnia cantante non si sono arresi (forse anche spinti dalle pressioni delle case farmaceutiche che avevano indubbiamente da guadagnarci) e moltissimi studi sulle staminali sono stati fatti, si fanno e si faranno nel futuro e abbiamo già avuto dei successi supportati da abbondante evidenza scientifica.
Adesso parliamo invece del metodo Stamina: consiste nel prelevare cellule staminali dal midollo osseo (sempre le cellule emopoietiche di cui sopra) e nella “riprogrammazione” di queste cellule fino a farle differenziare in neuroni, manipolandole in vitro e tenendole in incubazione per un certo periodo di tempo. Vi sembra vago? La verità è che non si sa molto di più visto che ancora oggi la metodologia è tenuta nascosta per la maggior parte, motivo principale per cui l’Ufficio Brevetti degli Stati Uniti aveva respinto la richiesta di Vannoni; a questo si aggiungeva il tempo di incubazione che era ritenuto troppo breve e il tema della riprogrammazione (e quindi della comparsa di cellule nervose) che è un tema molto controverso sebbene affrontato anche da molti esperti. Riguardo quest’ultimo punto bisogna dire che sono stati raggiunti alcuni successi in vitro ma, a seconda del metodo usato che richiede sempre una manipolazione genetica (riprogrammare le cellule vuol dire sostanzialmente imporre loro l’espressione di determinati geni) che può essere ottenuta in vari modi, si può favorire ad esempio lo sviluppo di tumori. Il periodo più florido di studi sulla “transdifferenziazione” delle cellule staminali emopoietiche è stato tra il 2000 e il 2004. Nel 2004 è stato generalmente accettato dal mondo scientifico che “gli studi che propongono la plasticità delle cellule staminali adulte rimangono controversi e che, in generale, l’esistente evidenza suggerisce che queste inaspettate trasformazioni in vivo sono decisamente rare e in diversi casi possono avere delle altrettanto inaspettate spiegazioni alternative” (parole di Irving Weissman, non mie). Parliamo di tantissimi studi condotti in tantissimi Paesi da tantissimi scienziati e ricercatori e analizzati e giudicati da altrettanti comitati scientifici internazionali. Le uniche terapie al momento scientificamente provate e supportate dall’evidenza con le cellule staminali riguardano l’impianto in cornea, midollo osseo, osso e pelle. Se volete maggiori informazioni riguardo l’attuale situazione delle ricerche sulle staminali http://www.isscr.org/ è il valido sito di un’associazione che raccoglie informazioni su ricerche, eventi ecc. E’ solo richiesta una certa conoscenza dell’inglese.
Avevo detto che avrei parlato di Stamina e invece mi sono nuovamente trovato a dovervi introdurre l’argomento “staminali”; ci sarebbero ancora tantissime cose da dire ma ora che avete un minimo di basi preferisco presentarvi alcuni punti che vi facciano riflettere sul metodo di Vannoni.
  • Il metodo è stato bloccato dalle autorità perché ritenuto pericoloso (le indagini sono ancora in corso e se ne sta occupando anche il procuratore Guariniello) e Vannoni ha ricevuto parecchie denunce da parte di parenti di pazienti sottoposti alle sue cure. Dovrebbe anche partire un’indagine parlamentare.
  • Placebo. La gente comune che non “mastica scienza e medicina” ogni giorno non ha idea di quanto sia importante l’effetto placebo. Questo effetto ha un potere incredibile, pensate che sembra che alcuni psicofarmaci mostrino una maggiore efficacia rispetto al placebo solo nel 20% dei casi. Vuol dire che 8 persone su 10 che prendono uno psicofarmaco e si sentono meglio sarebbero stati meglio anche se gli fosse stato dato un bicchier d’acqua dicendo che era il farmaco. E sembra essere presente addirittura in bambini che non comprendono, cani e gatti.
  • Miglioramento delle condizioni cliniche: questo è un argomento controverso. Cosa può essere definito un miglioramento? Molti dei pazienti sottoposti al metodo non sono peggiorati. Stabile però non vuol dire migliore… Va da sé che se tu dici a un paziente “Senza questa cura morirà tra poco” e poi non muore, puoi rivendicare la sua sopravvivenza, con il piccolo problema che non si può mai sapere esattamente quando morirà una persona. Altro problema è la concezione di miglioramento dei genitori. In una malattia degenerativa che rende il paziente quasi un vegetale, qualunque cosa può essere vista come un miglioramento, ma un buon medico ha il dovere di andarci cauto e non tutto può essere considerato un effettivo miglioramento clinico. Ultimo, ma non meno importante: tutti i pazienti che si sottoponevano al metodo Stamina continuavano comunque a prendere anche i farmaci che stavano già assumendo: questa sarebbe una prova sufficiente a invalidare qualunque studio scientifico condotto sull’efficacia di un farmaco. Il miglioramento potrebbe non esserci ed essere visto solo dai parenti, potrebbe essere minimo ed essere dovuto ai farmaci che già prendeva, le incognite sono tantissime.
  • Esistono la fortuna ed il caso. Ci sono tumori che regrediscono spontaneamente, quindi se ammettiamo che un paziente possa aver avuto un miglioramento, non è così facile determinare se sia stato un misto di fortuna e farmaci che già prendeva oppure merito delle staminali.
  • “Tanto cos’hanno da perdere?” è la frase più sentita e soprattutto più controversa. Da un lato, quello umano e compassionevole, cosa c’è da perdere a dare qualunque cosa ci capiti a tiro a nostro figlio con la speranza di un miglioramento? Niente. Diversa è la questione quando si tratta di dare soldi che finanzino questa sperimentazione laddove nella Sanità e nella Ricerca non si fa altro che tagliare. Perché Stamina grazie a una campagna mediatica si becca i soldi (che fortunatamente sono stati bloccati dopo l’ennesima bocciatura)? Il peggio verrebbe successivamente: spunterebbero come funghi altre pseudoterapie con alle spalle chissà quali loschi figuri, chissà quali loschi finanziamenti e avremmo mille altri casi Stamina o, per citare un analogo caso passato, mille altri casi Di Bella. Io posso curarmi come meglio credo, posso anche praticare l’urinoterapia per farmi passare il cancro al pancreas, ma lo stato non può e non deve legittimare una simile pratica che non è supportata da una validata ricerca scientifica, altrimenti vedremmo tantissimi sciacalli e stregoni pronti a chiedere sovvenzioni e legittimazione. Inoltre consideriamo che la terapia, come ho detto sopra, è stata anche giudicata potenzialmente dannosa. Se fosse vero, potrebbe accelerare il sopraggiungere della morte. Possiamo parlare di cosa sia meglio, se la vita come un vegetale o la morte, ma sarebbe tutta un’altra questione.
  • Sperimentazione clinica. Come funziona la sperimentazione di un qualunque farmaco? Si fanno prima test in vitro, poi in vivo su piccoli gruppi di animali, poi si amplia lo spettro a gruppi maggiori e animali da laboratorio più grandi, poi si inizia con pochissimi esseri umani e via via si ampliano i gruppi di studio, fino a permettere alla fine la commercializzazione del farmaco. Le fasi di sperimentazione animale servono soprattutto ad analizzare gli effetti tossici del farmaco, non si può sperimentare se una terapia è pericolosa direttamente e in prima istanza sugli uomini, non sarebbe etico direi… Sapete… Lo facevano i nazisti… Visto che la metodologia di studio e i protocolli di Stamina sono più secretati dei documenti della C.I.A. non ci sono prove di efficacia documentate sugli studi in vitro o sugli animali. Per quanto ne sappiamo, Vannoni e compagni potrebbero aver preso questa idea e averla provata direttamente sugli esseri umani.
  • Un’idea rubata. La rinomata rivista scientifica Nature ha scoperto che alla base del metodo ci sono dati errati e viene riprodotta una ricerca pubblicata nel 2003 da un gruppo ucraino. Dunque i dati e le immagini utilizzate nella domanda di brevetto presentata nel 2010 da Vannoni sono frutto di una manipolazione. La prima scusa trovata dai collaboratori di Vannoni è stata che i derubati erano stati precedenti collaboratori. Poi affermano anche che citano lo studio ucraino nella domanda di brevetto. Quest’affermazione è vera, ma non dicono che hanno rubato le prove del loro metodo proprio da lì, dicono che da lì sono partiti per andare avanti. Ma se il loro metodo è un passo avanti… Perché riportano solo le figure dello studio ucraino? Senza contare che i fatti pubblicamente disponibili dicono che Stamina nasce nel 2009, lo studio ucraino dei “collaboratori” è del 2003… E in quello studio ovviamente Stamina non è citata… C’è una differenza tra il citare le fonti e il rubare delle immagini e dei dati e poi in una bibliografia al fondo citare l’articolo da cui le hai rubate.
Voglio essere chiaro: qui non stiamo parlando se sia giusto o no provare qualunque cosa per salvare il proprio parente o amico, è ovvio che se ci trovassimo in una situazione simile proveremmo qualunque cosa. La domanda è: “è giusto legittimare un metodo che non ha nessuna prova di efficacia scientifica, bocciato da qualunque Comitato di valutazione scientifica che abbia preso in esame il caso?”. Pensateci attentamente: i medici e le industrie farmaceutiche non vanno d’amore e d’accordo, eppure sono d’accordo sul dubitare di Stamina. All’interno della comunità scientifica esistono tantissime personalità diverse con tantissime lauree e competenze diverse e tutte quante si sono mostrate almeno dubbiose sulla validità di questo metodo. Saranno tutti parte di un gigantesco complotto e faranno parte tutti di una pericolosissima Casta? Oppure chi ci sta truffando e raggirando sono Vannoni e i suoi collaboratori, che forse hanno anche truffato e raggirato “Le Iene”?


Alberto Cramarossa
GDTO




Commenti